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Dall’India a noi: una cura naturale con la Boswellia

  • Immagine del redattore: Benessere e Salute
    Benessere e Salute
  • 14 ott 2018
  • Tempo di lettura: 2 min


La Boswellia è una pianta arborea diffusa nel sud – est asiatico e nel territorio Indiano, molto utilizzata nel campo ayurvedico della medicina tradizionale per la sua azione antiinfiammatoria e antiartritica. Non tutto quello che prende il nome di Boswellia è realmente riferito alla Boswellia serrata. Il termine si riferisce, in realtà, alla resina prodotta da diversi alberi della specie Boswellia, tra cui Boswellia sacra, Boswellia carterii e alla Boswellia frereana.

Alla Boswellia serrata viene attribuita l’azione antinfiammatoria e antiartritica: la prima è ottenuta grazie alla resina, estratta dalla pianta per inibire la produzione di Leucotrieni, impiegati nel processo infiammatorio e reazioni asmatiche, inibendo l’enzima 5-lipossigenasi che converte l’acido arachidonico in acidi idroperossieicosatetraenoici; per quanto riguarda la seconda invece, la proprietà viene esercitata dagli acidi boswellici, tra cui l’acido β- boswellico, l’acido cheto-β-boswellico, l’acido acetil-11-cheto-β-boswellico e l’acido 3-oxo-tirucallico, che inibiscono lo spostamento dei globuli bianchi e dell’elastasi che svolge il compito di scindere il collagene e, quindi, la struttura degli organi e tessuti molli coinvolti nel processo flogistico, aprendo la strada ai leucotrieni e migrando nel luogo colpito dall’infiammazione. La Boswellia viene applicata per trattare l’artrite reumatoide che si manifesta a livello delle articolazioni sinoviali portando la perdita di funzionalità, periartriti, reumoartropatie, con il vantaggio di preservare lo stomaco dagli effetti collaterali che vengono causati dai medicinali antinfiammatori come i FANS e cortisonici.

I suoi effetti non terminano qui, infatti viene definita “amica delle donne” perché contrasta i dolori da ciclo mestruale.

Diversi studi riportano l’uso della pianta nel campo oncologico, utilizzata molto nell’integrazione del paziente nella fase remissiva anche per contrastare e inibire le cellule provocando apoptosi.

Consultate sempre un professionista prima di assumere integratori o estratti, perché possono provocare effetti collaterali come: nausea, vomito, dermatiti, dolore epigastrico o dell’apparato intestinale.


Dott. Andrea Foti

Biologo Nutrizionista

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